Gas, le municipalizzate: «Riscaldamento a rischio, non chiudiamo i contratti coi fornitori»
di Fausta Chiesa
di Fausta Chiesa15 set 2022
Non solo temperature più basse di un grado e un’ora di riscaldamento in meno. A causa della crisi energetica, con il boom del prezzo del gas molti condomini rischiano di non avere la fornitura. Lo denuncia l’associazione Consumerismo No profit, che sta ricevendo le richieste di aiuto di molti amministratori condominiali in tutta Italia. Il primo motivo è la morosità della stagione precedente che mette a rischio il rinnovo dei contratti della prossima stagione che inizia a ottobre. Lo conferma l’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari.
«C’è innanzitutto un problema di morosità già dalla stagione pregressa - spiega Rossana De Angelis, presidente di Anaci Roma - perché nella stagione 2021-2022 i condomini hanno avuto la fornitura con preventivi approvati a settembre 2021 quando il prezzo non era ancora esploso, ma da gennaio 2022 i costi sono saliti e questo ha portato a squilibri economici e finanziari. A consuntivo la spesa è risultata maggiore e mi risulta che molti condomini non siano in regola con i pagamenti. E la morosità con gli operatori significa la chiusura del contatore condominiale e quindi dell’impianto termico centralizzato, che non solo mette in funzione il riscaldamento, ma in alcuni casi dà anche l’acqua calda». E se un condominio è moroso, il fornitore non concede il rinnovo del contratto.
di Fausta Chiesa
Morosità a parte, avere il riscaldamento il prossimo autunno-inverno costerà circa il 300% in più dell’anno scorso. «Le richieste dei fornitori - spiega ancora Rossana De Angelis - sono il triplo rispetto a settembre di un anno fa». Altra testimonianza quella della spa Estia, società che gestisce l’amministrazione di un migliaio di stabili tra Milano, Torino, Roma e Palermo. «Sta arrivando uno tsunami e il governo non se ne rende conto - commenta Fabio Trocino - perché da parte dei fornitori le richieste di aumento arrivano fino al 350%, alcuni chiedono una cauzione e altri non hanno approvvigionamento di gas. Il nostro livello di allarme è alto, ma siamo una società grande e strutturata che quindi ha un maggior potere di negoziazione».
Ma non solo. In questo momento gli operatori, soprattutto quelli più in difficoltà, per non dichiarare il default tecnico stanno recedendo in anticipo dai contratti sottoscritti con i condomini, ma ancor più grave stanno richiedendo nuove garanzie. Un problema, quello delle garanzie finanziarie, che sta mettendo in difficoltà anche le utilities, cioè le aziende che forniscono i servizi essenziali. «Ci è stato segnalato - spiega il presidente di Consumerismo Luigi Gabriele - che per continuare a fornire i condomini, molti gestori stanno comunicando la necessità di integrare le garanzie ritenute insufficienti rispetto al momento della stipula. Un caso emblematico è quello di una segnalazione di un operatore ha richiesto un’integrazione delle garanzie di 30.000 euro, pena l’interruzione della fornitura entro 15 giorni».
Che fare? Chi ha un Isee inferiore a 12 mila euro l’anno ha diritto a un bonus. «Allertiamo i condomini che sarà difficile in questo momento trovare un nuovo fornitore sul mercato, soprattutto che offra prezzi fissi e vantaggiosi, pertanto è fondamentale optare per la possibilità di facilitare i condomini ad accedere ai bonus gas che non sono elargiti dagli operatori e prevedono una richiesta da parte degli aventi diritto».
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