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Ora legale, domani si cambia: cosa serve sapere su risparmi, luce, abitudini

Alle 3 del mattino di domenica 30 ottobre si torna all’ora solare, la lancetta dell’orologio andrà spostata un’ora indietro. Pressing di chi chiede l’adozione dell’ora legale tutto l’anno, anche come soluzione contro il caro bollette

di Andrea Carli

Articolo aggiornato il 2 novembre 2022, ore 14:00

Bollette, si affilano armi legali contro le societa'

9' di lettura

Alle 3 del mattino di domenica 30 ottobre la lancetta dell’orologio andrà spostata un’ora indietro. L’ora legale uscirà momentaneamente di scena (tornerà il 27 marzo) e al suo posto arriverà quella solare, che a sua volta abbandonerà il campo il 26 marzo, e così via. Il dibattito sull’opportunità di mantenere questa continua alternanza o se invece mantenere l’ora legale tutto l’anno non è una novità.

Ogni anno viene messo in evidenza il fatto che l’adozione dell’ora legale tutto l’anno eviterebbe lo “stress da cambiamento” legato alla luce, il principale sincronizzatore naturale di tutti i processi dell’organismo, che si manifesta nelle persone con stanchezza, insonnia, irritabilità, mal di testa, sbalzi d’umore, difficoltà a concentrarsi e a mantenere alta l’attenzione. Una sorta di mini-jet lag. L’adozione dell’ora legale tutto l’anno garantirebbe inoltre una maggiore assunzione di vitamina D e attenuerebbe i disturbi del sonno. C’è chi chiede di dire addio all’ora solare in quanto un retaggio di una società contadina mentre ora in un mondo industriale ha più senso che ci sia luce alle 5 della sera che alle 5 del mattino.

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La variabile del caro bollette

Ma quest’anno è entrata nel dibattito una variabile in più: a ottobre, rileva l’Istat, l’inflazione sfiora il 12%, e la forte accelerazione si deve soprattutto ai prezzi dei Beni energetici (da +44,5% di settembre a +73,2%). In un contesto di carovita sospinto in gran parte dall’aumento delle materie prime, a cominciare da quelle energetiche, il confronto tra le due opposte fazioni è ancora più sentito.

Di qui la domanda: è davvero la scelta giusta continuare ad alternare ora legale e ora solare oppure, in questo periodo di prezzi dell’energia alle stelle, con bollette sempre più salate sulle spalle di famiglie e aziende, ci converrebbe di più scegliere di tenere l’ora legale tutto l’anno?

Terna: in 7 mesi ora legale risparmiati 190 milioni

Secondo i dati diffusi da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi per 420 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un conseguente risparmio economico di circa 190 milioni di euro. Ricadute positive anche in termini di sostenibilità ambientale: il minor consumo elettrico, infatti, ha consentito al Paese di evitare emissioni di CO2 in atmosfera per circa 200 mila tonnellate. Il beneficio economico è calcolato considerando che quest'anno, nel periodo di ora legale cominciato domenica 27 marzo e che si concluderà domenica 30 ottobre, il costo del kilowattora medio per il “cliente domestico tipo in tutela” (secondo i dati dell'Arera) è stato di circa 45 centesimi di euro al lordo delle imposte. Dal 2004 al 2022, secondo l'analisi della società, il minor consumo di energia elettrica per l'Italia dovuto all'ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.

L’ora legale tutto l’anno conviene?

La Società Italiana di Medicina Ambientale(Sima) e Consumerismo No Profit, che hanno raccolto 265mila firme a sostegno di una petizione per mantenere l’ora legale. «Siamo oramai a numeri da proposte di Referendum Popolare – osservano il presidente Sima, Alessandro Miani, e il Presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele –. A questo punto non escludiamo di percorrere formalmente questa strada, dato che è stata appena varata la piattaforma digitale per la sottoscrizione dei Referendum abrogativi dal Governo Draghi, rimasto negli ultimi mesi del suo mandato impermeabile alla richiesta di popolo. Chiediamo oggi alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di trovare il modo di congelare il passaggio all'ora solare previsto per il 29 ottobre, dando così modo al gestore della rete elettrica di verificare sul campo il reale risparmio ottenibile in termini economici e ambientali». Sima e Consumerismo No Profit sottolineano che mantenere l’ora legale – soluzione peraltro già attuata durante i periodi bellici e di crisi energetica – è semplice, a costo zero e in grado di contribuire al superamento del difficile momento economico che il Paese si appresta ad attraversare. Oltre al risparmio energetico, che col crescere dei prezzi del gas è passato da stime di 500 milioni l'anno basati sui dati Terna ad oltre 2 miliardi e mezzo di euro per il solo 2023, si aggiungerebbe un taglio di emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di CO2, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 milioni di nuovi alberi, con benefici per la salute umana e planetaria. Non solo: «Non essendo più l’Italia un Paese con la maggioranza degli abitanti impiegati in agricoltura - osserva Miani -, viene meno anche la necessità di dover disporre di luce solare già al mattino molto presto. - L’ora legale è stata definitivamente adottata nel nostro Paese nel 1965-66 diventando popolare proprio in periodo di crisi energetica degli anni ’70 e ha già subito una estensione di circa 3 mesi nel 1996 sulla base di indicazione comunitarie europee».

Secondo il Centro Studi di Conflavoro Pmi, la Confederazione nazionale delle piccole e medie imprese, mantenere l'ora legale farebbe risparmiare fino a 2,7 miliardi di euro nel 2023 sui consumi dell'elettricità. Si tratta di una stima basata sull'ultimo fabbisogno energetico certo (dati Terna al 2021) pari a 318,1 miliardi di KWh rinnovabili comprese (i primi 8 mesi del 2022 hanno già registrato una media di fabbisogno mensile di 25,9 miliardi di KWh) calcolati sul prezzo oggi nel mercato tutelato da Arera, ossia 0,51 euro/KWh calcolato al momento per il mese di ottobre 2022.

Nel dibattito è intervenuto anche l’ex ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, attuale consulente del nuovo responsabile dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin: secondo Cingolani, i risparmi energetici derivanti all’abolizione dell’ora solare non sarebbero così rilevanti da un punto di vista energetico, «perché quell'ora che si guadagna la sera, molto probabilmente la si perde la mattina» dal momento che ci si sveglia col buio».

La posizione dell’Europa

E l’Europa che ne pensa? Sono diversi anni che nella Ue si discute se mantenere l’ora legale per tutto l’anno. Nonostante la linea sia chiara, gli Stati membri, come accade talvolta su dossier europei, si muovono in ordine sparso.

L’Ue ha unificato per la prima volta le disposizioni relative all’ora legale nel 1980, al fine di garantire un approccio armonizzato al cambio dell'ora nel mercato unico. Prima di allora, infatti, le pratiche nazionali relative all’ora legale e agli orari erano divergenti. L’attuale direttiva sull’ora legale impone ai 27 di passare all’ora legale l’ultima domenica di marzo e di tornare all’ora solare l’ultima domenica di ottobre.

Il sondaggio

Nel febbraio 2018 il Parlamento ha chiesto alla Commissione di valutare la direttiva sull’ora legale e, se necessario, presentare una proposta di revisione della stessa. Tra luglio e agosto dello stesso anno è stata indetta da parte della Commissione una consultazione pubblica tra i cittadini europei, che ha registrato un ampio consenso al superamento dell’alternanza ora solare/ora legale: 84% dei voti a favore su un totale di 4,6 milioni di risposte. Favorevole il 95% dei polacchi e dei finlandesi, il 93% degli spagnoli, l’88% degli irlandesi. A favore il 66% degli italiani, quasi il 79% degli olandesi.

L’Ue: «Parola ai 27»

Il 26 marzo del 2019 ha approvato una risoluzione legislativa (410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni) stando alla quale ogni Stato membro avrebbe dovuto decidere in autonomia entro la fine del 2021 se adottare per sempre l’ora legale o quella solare. I deputati europei hanno sostenuto la proposta della Commissione di porre fine al cambio stagionale dell'ora, ma hanno votato per rinviare la data dal 2019 al 2021.

In sostanza, i Paesi dell’Ue che avessero deciso di mantenere l’ora legale avrebbero dovuto regolare gli orologi per l’ultima volta l’ultima domenica di marzo 2021, mentre quelli che avessero preferito mantenere l'ora solare avrebbero dovuto spostare gli orologi per l'ultima volta l'ultima domenica di ottobre 2021. Nella risoluzione del parlamento europeo si affermava inoltre che la Commissione avrebbe potuto presentare una proposta legislativa per rinviare la data di applicazione della direttiva fino al un massimo di 12 mesi se avesse ritenuto che le disposizioni previste avrebbero rischiato di pregiudicare in modo significativo e permanente il corretto funzionamento del mercato interno.

Le soluzioni divergono

Al momento, ricorda Altroconsumo in un report recente, nessuno dei paesi dell’Unione ha legiferato in merito e in pochi hanno dichiarato le loro intenzioni. La Francia si era già espressa più di due anni fa con una consultazione pubblica promossa dall’Assemblea Nazionale: la maggioranza dei francesi avrebbe voluto tenere per sempre l’ora legale e dire addio a quella solare. Un po’ quello che alcuni studi stanno proponendo anche per il nostro Paese.

Non sono di questo stesso avviso tuttavia i paesi del nord Europa, capeggiati da Finlandia e Svezia. La possibilità di avere più luce a disposizione grazie all’ora legale, infatti, avvantaggia soprattutto i paesi del Sud Europa. Nel Nord, invece, le giornate durante l’estate sono già molto lunghe a causa della vicinanza con il Polo Nord. In Finlandia, ad esempio, nei giorni più lunghi, il sole sorge prima delle quattro del mattino e tramonta quasi alle 23.00. L’ora guadagnata quindi non serve né per avere più luce alla sera né per risparmiare sul fronte energetico.

E l’Italia?

Adottata per la prima volta nel 1910, con interruzioni tra il 1921 e il 1939 e tra il 1948 e il 1965, in Italia l’ora legale è un sistema che permette di sfruttare al meglio le ore di luce durante tutta la bella stagione. Tra marzo e ottobre, infatti c’è a disposizione naturalmente più luce, dato che il sole, in questo periodo dell’anno, sorge prima (in Italia verso le 4:30) e tramonta più tardi (verso le 20).

Spostando avanti le lancette di un’ora, le ore di luce coprono meglio le ore destinate alle attività umane, permettendo di fatto di godere di un’ora di luce in più alla sera. Durante il governo Conte uno l’Italia ha depositato a Bruxelles una richiesta formale per mantenere il sistema dei sei mesi l'anno di ora legale, sei mesi di ora solare. Tornando ai giorni recenti, con il governo di centrodestra Meloni, il senatore della Lega Paolo Arrigoni, responsabile Energia del Carroccio, ha confermato la volontà politica bipartisan di spingere per un provvedimento che superi l’alternanza ora solare - ora legale.

Il precedente Usa del 2007

Anche gli Stati Uniti si stanno predisponendo all'adozione permanente dell'ora legale, che in lingua anglosassone è denominata “Daylight Saving Time”, vale a dire “Orario per guadagnare luce diurna”. «Gli Stati Uniti - spiega Prisco Piscitelli, epidemiologo e vicepresidente Sima - ci forniscono già dei dati sperimentali molto positivi perché nel 2007 hanno prorogato in via transitoria di ben 4 settimane l'ora legale al fine di risparmiare energia, consentendo ai ricercatori di fare dei confronti con gli anni precedenti».

La soluzione ha avuto delle conseguenze positive anche sul fronte della sicurezza. «Questa proroga dell'ora legale - conferma Piscitelli - ha determinato una riduzione media del 7% delle rapine negli Usa con punte del -27% posticipando di un'ora il crepuscolo invernale (proprio l'orario tra le 16 e le 17 in cui di solito si esce dal posto di lavoro e si è più esposti al rischio di subire rapine o violenze). I costi sociali evitati grazie alla minore incidenza di rapine sono stati stimati dai ricercatori in 59 milioni di dollari nel solo 2007, a cui aggiungere circa 240 milioni di dollari di costi diretti e indiretti attribuibili alla minore frequenza di stupri. Tutto questo grazie a un'estensione di appena 4 settimane dell'ora legale e senza considerare i risparmi energetici da cui era partita l'iniziativa USA per il 2007».

Swg, 60% italiani per ora legale contro caro-bollette

Da un sondaggio effettuato dal 26 al 28 ottobre da Swg su un campione di 1.200 italiani, intervistati anche sull’eccezionale ondata di caldo che ha caratterizzato anche l’autunno, in Italia prevale nettamente la preferenza per il mantenimento dell’ora legale anche durante l’inverno, nell’ottica di ottenere qualche risparmio sul consumo di energia: 6 cittadini su 10 preferirebbero evitare il cambio dell’ora e mantenere in vigore l’ora legale anche in inverno. L’incidenza sulle bollette sarà senz’altro benefica, ma la constatazione diretta degli effetti del riscaldamento globale porta a ritenere la questione ambientale più pregnante, soprattutto tra i giovani. Per il 56% degli intervistati, infatti, il caldo anomalo è considerato una fonte di preoccupazione perché dimostra gli effetti del riscaldamento globale: tra questi il 64% ha tra i 25 e i 34 anni e il 61% è residente nel Sud o nelle isole. Il terzo “dilemma” si riferisce al conflitto in Ucraina. Per poter sperare di porre fine alla crisi energetica è necessario che la guerra finisca. Gli italiani su questo nodo sono piuttosto divisi, ma prevale l’auspicio per una risoluzione rapida del conflitto anche a costo di cedere alla Russia i territori conquistati. Il 46% degli italiani auspica infatti che si trovi “un accordo a costo di concedere alla Russia una parte del territorio ucraino, pur di attenuare la crisi energetica”: tra questi il 52% risulta avere tra i 35 e i 54 anni.

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