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Caro bollette, ondata di mancati pagamenti nei condomini

Gli amministratori lanciano l’allarme: da una morosità media dal 15% pre Covid si sta andando verso il 35%

di Sara Deganello

4' di lettura

«Le aziende rischiano di chiudere o di mettere in cassa integrazione i propri dipendenti, noi invece il mancato pagamento delle rate condominiali». Così Massimo Romano, amministratore di una settantina di condomini in provincia di Brescia nonché presidente locale di Alac, riassume la grande preoccupazione che ha cominciato a serpeggiare nel comparto dalla primavera, per acuirsi dopo il rientro dalle ferie, con l’arrivo delle bollette dell’elettricità di luglio e poi di agosto.

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Le stime

«Che i costi potessero aumentare, lo avevamo preventivato. Ma non così tanto», spiega ancora Romano: «Mettiamo già in conto di avere problemi di morosità in alcuni condomini. Ognuno ha le sue caratteristiche e la sua storia. Per esempio, in una grande struttura abitata soprattutto da famiglie che vivono con 1.500-1.600 euro al mese, l’anno scorso avevamo un 3% di morosità, mentre ci aspettiamo quest’anno di arrivare al 20».

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Per Francesco Burrelli, presidente di Anaci, la situazione è ancora più drammatica: «Gli aumenti sono iniziati a gennaio. Le bollette consuntivate per la gestione 2021-22, chiusa ora, presentano un rincaro medio del 60-70 per cento. Il preventivo per quella 2022-23 sarà molto più elevato. C’è il pericolo di non riuscire a pagare. La morosità media prima della pandemia nei condomini era intorno al 15% oggi siamo a quota 35-40 per cento. Con l’incombere dei distacchi, è un grosso problema sociale: il 70% degli italiani vive in condominio». Burrelli già a fine agosto aveva lanciato l’allarme per il caro bollette su questo giornale e con una lettera al presidente del consiglio Mario Draghi. Aveva poi ribadito (si veda il Sole 24 Ore del 7 settembre), le priorità di intervento chieste al Governo: riunire intorno a un tavolo le società che erogano servizi energetici, perché si trovi un modo di dilazionare i pagamenti senza staccare i servizi a tutti, perseguendo solo i morosi cronici e i furbetti. «Ci vuole la collaborazione di tutti per aiutare e tutelare soprattutto chi non ce la fa. Noi siamo pronti a fare la nostra parte», aggiunge oggi.

Dei condomini amministrati dallo studio di Massimo Romano, solo una piccola parte ha registrato bollette da capogiro, con costi quadruplicati. Un palazzo, in particolare, ha ricevuto per i consumi di luglio una fattura da 31.600 euro (per 49.214 kWh), e per quelli di agosto una da 32.801 (per 43.586 kWh), mentre per gli stessi mesi del 2021 aveva pagato rispettivamente 7.393 (per 31.369 kWh) per luglio e 5.720 euro (per 21.121 kWh) per agosto. Si tratta di prezzi indicizzati al Pun, il prezzo unico nazionale del Gestore dei mercati energetici. Scontati gli aumenti legati all’uso dei condizionatori nella torrida estate 2022, si evince come i rincari a parità di consumo viaggino attorno al 170 per cento. Spiega Romano: «Abbiamo calcolato che per un’utenza condominiale, comprensiva di luce, acqua e riscaldamento, una famiglia che in media spendeva 5-6.000 euro nel 2021 quest’anno nel caso peggiore si troverà con spese raddoppiate. Qui si pagavano 60mila euro per l’elettricità nel 2021. Quest’anno ne abbiamo già spesi 104mila e manca ancora il periodo da settembre a dicembre. Arriveremo a 140mila euro, su un bilancio di circa 200mila euro. È una cosa che non ho mai visto in quarant’anni. Abbiamo chiesto al gestore una rateizzazione di sei mesi, ce ne hanno concessi tre. Abbiamo invitato i condomini ad anticipare la rata con scadenza a fine settembre, come misura emergenziale. Ci stiamo attivando per convocare le assemblee e approvare i nuovi preventivi. In molti non sono ancora consci del problema, che esploderà quando si accenderà il riscaldamento», conclude l’amministratore.

Condomini senza liquidità

In questo momento, i condomini non hanno in cassa i soldi necessari per pagare bollette con gli aumenti. Perché i preventivi fatti sulla base dei consuntivi dello scorso anno tenevano sì conto di alcuni arrotondamenti, ma sicuramente non di questa portata.

Gli aumenti del 100% (o oltre) segnalati dagli amministratori sono in linea con i rincari delle proposte contrattuali di luce e gas rilevate dalla società di ricerche di mercato Remtene sulle utenze private nel 2022, calcolate sui consumi di una famiglia italiana media, ovvero 2.700 kWh di elettricità e 1.400 mc di gas all’anno. A settembre, i prezzi delle offerte, rispetto all’inizio dell’anno, sono raddoppiati (come si vede anche dal grafico in alto).

«Tutti noi amministratori ci siamo dovuti confrontare da inizio anno con la drammatica situazione del caro bollette, che nei casi più estremi sono raddoppiate», racconta Sabrina Veggo, che gestisce una decina di strutture nel comune di Milano: «Sui conti correnti dei condomini non c’è la liquidità per pagare queste bollette, perché l’anno scorso avevamo spese diverse. Ad oggi sono riuscita a gestire questa situazione, in alcuni casi concordando piani di rientro con i fornitori. In altri sto rivedendo le rate condominiali. Ho dovuto allungare i piani di rateizzazione, per non mettere troppo in difficoltà le famiglie. Al momento sono riuscita a governare la situazione molto faticosamente. Quello che succederà quest’inverno mi preoccupa molto, da molti punti di vista: da quello che dovrò chiedere ai condomini a quanto loro riusciranno a pagare, a quanti solleciti dovrò mandare per riscuotere le spese condominiali. Le strutture che più hanno subito l’onda d’urto dei rincari sono i condomini con riscaldamento centralizzato e un palazzo nuovo che ha un impianto di climatizzazione invernale ed estiva che funziona solo a elettricità».

Anche l’associazione Consumerismo ha ricevuto richieste d’aiuto da parte degli amministratori: «Ci è stato segnalato che per continuare a fornire i clienti condomini, molti gestori stanno comunicando la necessità di integrare le garanzie ritenute insufficienti rispetto al momento della stipula. Un caso emblematico è quello di una segnalazione che ci è giunta in cui un operatore ha richiesto una integrazione delle garanzie di 30mila euro pena l’interruzione della fornitura entro 15 giorni», ha spiegato il presidente Luigi Gabriele.

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